In relazione ad alcuni articoli pubblicati oggi dalla stampa locale di Cremona, Cavenord precisa di non aver mai partecipato ad alcun tavolo di trattative per individuare un possibile sito alternativo alla cava di Retorto ove l’azienda prevedere di realizzare un impianto di stoccaggio di rifiuti non pericolosi contenti amianto
“Il sito di Retorto è stato giudicato dagli organismi competenti idoneo. L’iter tecnico amministrativo che abbiamo seguito è durato 4 anni ed è stato rigoroso. Il progetto rispetta a pieno le normative Europee e nazionali a tutela dell’ambiente e dei cittadini”, ha commentato il portavoce di Cavenord. “Avendo ricevuto tutte le autorizzazioni necessarie ad operare, è nostra precisa intenzione realizzare l’impianto nel sito identificato. Qualsiasi altra ipotesi non è per noi all’ordine del giorno. Sarebbe ora forse opportuno iniziare ad occuparsi del pericolo vero: l’amianto presente sui tetti del territorio, piuttosto che di un progetto – il nostro – che mira a dare un contributo fattivo alla risoluzione del problema accogliendo solo materiale precedentemente messo in sicurezza ai sensi di legge”.
Secondo un rapporto di Legambiente, in Lombardia ci sono 81 milioni di metri quadrati di materiale contenente amianto. Gli edifici pubblici costruiti con questo materiale sono 4.200 e più di 23.000 quelli privati. Secondo un telerilevamento effettuato da ARPA su 4 zone campione, si stima la presenza in opera di 2,4 milioni di metri cubi di cemento amianto nella Regione Lombardia, 9% dei quali si stima siano presenti nella sola Provincia di Cremona.
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